La settimana appena conclusa è stata
impegnativa, e ancora più difficoltà mi ha portato l'assenza di una
connessione internet nella mia magione.
Visto che sono stata colta di sorpresa,
non sono riuscita a programmare i post, e quindi ad aggiornare questo
blog, da lunedì.
Oggi sto usando una adsl non mia, e
ringrazio pubblicamente colui che mi da una mano (mio fratello).
Ma veniamo a noi: oggi vorrei parlarvi
di un aspetto del mio lavoro, che sfocia inevitabilmente anche nel
privato. Non ve l'ho ancora detto: da ormai dieci anni sono una
commessa, in un grande negozio di abbigliamento, e mi ritrovo da
tutto questo tempo, nel reparto donna.
Assisto perciò, semi-inerme, al
classico fenomeno: uomo che accompagna una donna a fare shopping.
Sapete di che parlo, sul web appaiono notizie come questa:
credits:www.darlin.it |
Ora, non so quali altri problemi avesse
il ragazzo in questione e sono sicura che uno non si getta nel vuoto
perchè esasperato dallo shopping della fidanzata (vero?). Ad ogni
modo mi sono trovata spesso a parlare con gli amici, e le coppie
spesso riportano aneddoti molto simili tra loro, sul fatto che, per
un uomo, accompagnare una donna a comprarsi vestiti è l'inferno.
I maschi sarebbero in grado di stare
ore al Bricocenter, senza fiatare, anzi divertendosi pure, ma è
l'apocalisse già dopo mezz'ora di shopping con le loro compagne.
Per quanto mi riguarda, convivo con uno
che sbuffava se solo mi avvicinavo ad una vetrina: ho capito subito
che non sarebbe stato il caso di chiedergli di entrarci con me, in un
negozio. All'inizio rinunciavo a guardare l'ennesimo paio di scarpe,
e lasciavo la mia bramosia di comperare o meglio di confronto prezzi, per un'altra occasione in cui sarei stata sola (o con
un'amica). Poi, l'illuminazione: perchè non avrei potuto lasciare un
secondo la sua mano, e guardarmela tranquillamente quella vetrina?
Tanto, è veramente questione di poco: sono una persona decisa, e per
partito preso, non faccio shopping nei giorni di festa (che
comprendono anche la domenica, ricordiamolo).
Vi assicuro che la cosa funziona
benissimo durante la nostra passeggiata
domenicale, per il centro città. Io guardo quello che voglio, lui
non si lamenta che gli faccio vedere l'ennesimo negozio di scarpe da
donna. Questo metodo va ovviamente applicato anche per quanto
riguarda lo shopping: non vado mai a comperare vestiti con il mio
ragazzo. La trovate una cosa strana? Non direi: porta una serie di
benefici. Vediamoli insieme.
- Compero quello che veramente mi piace: nonostante stia attenta a non vestirmi in un modo che lui odierebbe, sono libera di comperare ciò di cui ho bisogno (e non). Ho visto donne rinunciare ad un maglione in cachemire che adoravano, perchè il colore non soddisfaceva il marito. Ed è un peccato.
- Non mi vesto “troppo” femminile: le gonne corte e i vestiti che segnano le curve piacciono a tutti i maschi, ammettiamolo. Ma se possono andare bene per una cena, poi sono difficili da indossare in ufficio. Ho notato che spesso il maschio è attratto da quei vestiti che poi non fanno sentire una donna a proprio agio, in ogni occasione. Ma al momento dell'acquisto, ci sembriamo bellissime, perchè piacciamo a lui. Risultato? L'abito resta nell'armadio e a noi servirebbe una camicetta in seta, che ovviamente non abbiamo comperato. Per assurdo accade che, in un impeto di coraggio rimettiamo la famigerata minigonna? Il suo commento sarà negativo, e noi dovremmo ricordargli che c'era pure lui, quando l'abbiamo comperata!
- Punto sull'effetto sorpresa: è bello anche arrivare ad un appuntamento con qualcosa di nuovo, che ci sta bene e ci fa sentire belle. Lo noterà anche lui, e ci farà i complimenti per quella bella camicetta in seta (sì, ancora lei), che non ci aveva mai visto addosso.
- Ci metto il tempo che voglio: secondo me è l'indecisione che ci differenzia dagli uomini. Il maschio di solito vede massimo tre oggetti. Tra queste tre opzioni ne sceglie una. Noi donne superata la fase “mi sta bene addosso”, dobbiamo deciderci per il colore, l'abbinamento, il tessuto: tutte cose che le aziende sanno e perciò ci propongono in maggior varietà. Questo porta via tempo, lo so. Per non parlare del fatto che “ci potrebbe essere qualcosa di meglio” nel negozio, e finchè non abbiamo provato e riflettuto, non siamo pronte all'acquisto. L uomo intanto sogna già il divano, la birra nella mano destra, e il telecomando nella sinistra. Capite, quanto sia diverso il nostro approccio all'acquisto?
Ed ecco perchè vi esorto a provare
questo metodo, e sono sicura che mi ringrazierete. Il tempo con i
vostri mariti e fidanzati, si può impiegare scoprendo un interesse
comune, che vi assicuro non è lo shopping sfrenato. Se siete
insicure, portate con voi un'amica e affidatevi alla commessa. Non è
vero che vogliamo sempre appiopparvi qualcosa, tanto per concludere
una vendita.
In quanto a voi, uomini, so già che mi
state dedicando una hola allo stadio. In cambio, vi chiedo solo di
continuare a leggere questo mio piccolo e semi-serio spazio web e di
diffonderne il verbo.
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