sabato 30 marzo 2019

La vita è più bella con Pinterest?


Pinterest è  ormai entrato a far parte della vita di molte persone. Ma è  un bene o un male? Ecco il mio parereparere


Qualche anno fa, ho letto il Post di Chiara su Pinterest ed oltre a trovarlo molto divertente, ho pensato che avesse estremamente ragione. Questo sito che ormai conosciamo tutti, ci permette di condividere idee tramite delle board, ovvero raggruppandole per tematiche. Si va dall'home decor, ai consiglibdi bellezza, dalle ricette alle foto di viaggio, ma la scelta  e' ampia.
Ultimamente mi sembra che tanta gente usi pinterest, che tantissime idee venganobtratte dalla board di quslche rivista o utente che piace.

Quante volte ho visto case che sembrano uscite da cataloghi di arredamento o da siti di home decor? Quante volte sono stata dalla mia parrucchiera di fiducia con le ricercate tramite keywords, sperando di diventare bella come la modella, con quel taglio di capelli? Per non parlare di quanti lavoretti sartoriali, che sembravano così  facili, visti sulla board di qualcuno, hanno fatto di me un totale fallimento? Tutto questo, usando pinterest.

Credits:www.canva.it




Nella vita la perfezione non esiste, ma ce la poniamo come obbiettivo, e spesso prendiamo spunto proprio da pinterest.
Ormai siamo in tanti ad essere contagiati, e vi dirò,  questo è  pure un bene . Pensate a quanto è semplice procurarvi oggi, quella lampada a forma di cactus, che avete visto nella board di qualcuno: c'è  un articolo simile proprio dal fiorista di fiducia di vostra madre. E il bar appena dietro l' angolo? Quello che tempo fa era un bocciodromo? Ora ha più  piante del vivaio lì  vicino. Non pensate che sia il sogno di un architetto illuminato, orma ve l'ho detto siamo contagiati: vogliamo il bello, e lo vogliamo subito. Pinterest ci ha fatti ammalare e se questo migliora l' ambiente vicino a noi, ben venga, e che si espanda questa linea di pensiero. Viva Pinterest!

martedì 26 marzo 2019

Villa Ferrari Chiodi, un gioiellino a Vicenza


Le giornate di primavera del FAI sono state interessanti per noi: abbiamo visitato Villa  Ferrari Chiodi a Vicenza, ed è stata una bella sorpresa!

Come vi avevo preannunciato, la scorsa settimana si sono tenute le giornate FAI di primavera. Trovo questa manifestazione molto interessante: è facile lamentarsi e dire che nel week-end non c'è mai nulla da fare, mentre grazie anche ai volontari delle varie associazioni, possiamo svolgere delle attività come questa!

credits: www.Canva.com



Mio marito ed io, abbiamo scelto di visitare Villa Ferrari Chiodi, che si trova nella strada statale Pasubio, a Vicenza. Amiamo entrambi la nostra città, anche se non possiamo dire di conoscerne tutti i segreti: questa dimora del '700 non l'avevamo mai visitata!

particolare della facciata


Grazie al FAI l'abbiamo anche conosciuta un pochino meglio: costruita nel 1719 è stata chiusa per molto tempo, mentre ora grazie alla famiglia Marcheluzzo, che gestisce il miglior mercatino, proprio nella villa,  sta vivendo una nuova giovinezza. Nonostante la facciata dell'edificio sia preziosa, è l'interno della casa a colpire maggiormente gli occhi del visitatore. I pregiati stucchi e la scala a due rampe, con l'elegante fattura della ringhiera in ferro battuto che la protegge, sono da ricordare.

Vicenza mi offre sempre dei nuovi posti da esplorare, e sono felice di viverci.

lunedì 18 marzo 2019

I social network ci peggiorano?


Sono da sempre una fan dei social, e credo che il poter utilizzare il web sia un privilegio prezioso, per chi vive ai giorni nostri. Ma mi sono resa conto anche di un aspetto non positivo che l'uso scorretto di questi può portare.


Come qualsiasi strumento, o forma di comunicazione, se usati con intelligenza, facebook, twitter, instagram e co, sono utilissimi e non  direi mai, che staremmo meglio senza. C'è da dire anche, che i social network hanno i loro pro e contro. Tra questi ultimi, secondo me, c'è il fatto che hanno  modificato  in peggio, alcuni atteggiamenti dell'uomo medio.

Sebbene sia palese, il fatto che il bullismo on-line è sicuramente un cancro da estirpare, trovo che ormai sia riconosciuto alla massa. Ma certi atteggiamenti che probabilmente non hanno effetti tanto devastanti sulle loro vittime, sono ormai quasi all'ordine del giorno, seppur deleteri.
Vi faccio un esempio: ormai siamo abituati ad avere tutto e subito. Sui social, la (presunta) mancanza costante di tempo è percepita e questo porta a pubblicità velocissime, prima di un video su youtube, oppure su instagram. Questo a volte basta a far sì che un prodotto venga scelto ed acquistato. Cosa succede quindi, se in un negozio fisico, si deve aspettare qualche minuto in più per essere seguiti da un commesso? Ci si arrabbia alla peggio o ci si scoccia, perchè ormai il senso del tempo, è percepito in maniera diversa.

credits:Pete Linforth via Canva.com

Oppure pensate a quanto sia semplice, in questo momento denigrare un ristorante, solo valutandolo male sui social. E' sacrosanto essere scontenti di un disservizio, ma è ancora più facile gridarlo al mondo, magari sulla pagina facebook del comune di residenza. E' forse più semplice essere anche ascoltati: io stessa sono riuscita a farmi risarcire dopo un sollecito su twitter. Questo però rende alcune persone più prepotenti, quando ci si trova nella vita reale: anche solo la minaccia di un post scontento, fa sì che vengano accontentate  richieste meno usuali (tornando al ristorante di cui sopra, come esempio).

Un altro aspetto che i social media hanno cambiato nella nostra real life, è la creazione di aspettative: basti pensare a quando si è in viaggio. Quella spiaggia a Bali, vista e sognata attraverso la semplice ricerca per hashtag su instagram, deve per forza essere come la si immagina. Ma se  un filtro qualsiasi, ha modificato il colore della sabbia, già la magia si spegne un pochino, una volta giunti sul luogo!

credits:pixabay


E' da un pò che ci penso, e credo che l'usare i social non ci faccia incorrere solo nella creazione di neologismi: ci sono molti atteggiamenti che un tempo  non esistevano. La cose positive certo non mancano, e potrei dedicarci un post. Credo però  che se i social network vengono usati senza cognizione, diventino un'arma che può deludere chiunque. Anche solo nel creare previsioni sbagliate per le nostre agognate vacanze! Voi cosa ne pensate? Sto esagerando? Come sempre, mi piacerebbe leggere il vostro parere!

martedì 12 marzo 2019

Come sopravvivere alla primavera


Nel corso degli anni ho capito una cosa di me: sono una "persona da mezza stagione". Non allarmatevi, non è una cosa riprovevole, solo una considerazione:  il meteo secondo me, ha infatti effetti piuttosto forti sul nostro umore. Ci sono persone  che adorano il freddo invernale, mentre c'è chi "cerca l'estate tutto l'anno".
Io adoro la primavera e l'autunno, le mid-season, appunto: amo le aspettative che si creano quando non  è ancora estate. La stagione calda deve arrivare e con lei il caldo assurdo, le zanzare, la coda in autostrada per raggiungere il mare. Ci sono invece i fiori appena sbocciati sugli alberi, le fragole, i vestiti più leggeri, la brezza fresca.

credits: Daria-Yakovleva via Canva.com

Il medesimo stato d'animo, mi accompagna durante l'autunno: le foglie di mille colori sugli alberi sono bellissime. Le sagre che si trovano in tutta Italia, mi divertono molto. Le prime cioccolate calde e il profumo del vin brullè mi fanno stare bene. Ma so che molti odiano le mezze stagioni, anche se un detto pontifica che non ci siano più. Come sopravvivere intanto, alla primavera che ormai "bussa alle porte"? Ecco qualche consiglio!


  • Scegliete l'outfit giusto: sembra banale, ma se si esce di casa vestiti troppo poco, o al contrario, ancora con il maglione di lana, la giornata non sarà delle migliori. Una piccola accortezza, quindi, è quella di indossare camicie e golfino, oppure abito e coprispalle, o ancora  per i maschi, pullover e pantaloni più leggeri. Insomma, vestirsi a strati, o a "cipolla". Ho scoperto l'acqua calda? Probabilmente, ma questo consiglio è efficace. Non dimenticate a casa l'ombrello e un foulard, che la primavera a volte gioca brutti scherzi. Per quanto riguarda i capo spalla, trovo molto utili in questo periodo i trench, il giubbino in pelle e gli impermeabili da pioggia (se ne trovano di belli in commercio). Ad ogni modo, vi invito a leggere il post di Anna sul suo blog Bradipocondriaca per capire come vestirvi nelle prossime settimane.
  • Fate un giro in farmacia: questo è dedicato a coloro che hanno allergie da polline. Inutile soffrire, se la scienza può aiutarvi. 
credits: www.thehoodhousekeeping.co.uk via pinterest

  • Cominciate a variare l'alimentazione: a meno che non siate amanti della pasta e fagioli anche d'estate, finalmente si possono preparare pietanze quasi estive. L'insalatona a pranzo, che vi fa rabbrividire in pieno inverno, con certe belle giornate di sole, vi sembrerà quasi un obbligo. Inoltre se come me, cercate di seguire una dieta che comprenda i frutti e gli ortaggi di stagione, finalmente si può variare un pochino!
  • Fate sport: che siano le marcie podistiche che molti comuni organizzano nel week end, o la passeggiate con gli amici, o ancora una gita in bicicletta, poco importa. E' ora il momento di praticare dell'attività fisica anche all'aria aperta. Se siete già sportivi, e avete seguito un regime di allenamento costante in inverno, la cosa bella è che ora c'è più possibilità di sfruttare la clemenza del meteo. Se invece siete andati in "letargo", siete ancora in tempo per non maledire la vostra pigrizia.
  • Approfittate delle giornate FAI di primavera: il 23 e 24 marzo si possono visitare luoghi belli gestiti dal fondo ambiente italiano. Potete cercare quelli vicino a voi tramite questo sito
Infine, se proprio non vi piacciono le mezze stagioni, lasciatemi dire che tutto passa, anche il caldo terrificante in ufficio (visto che i termosifoni vanno ancora, e fuori il sole splende forte sulla finestra di fronte a voi)!

venerdì 8 marzo 2019

8 marzo 2019: c'è poco da festeggiare


Essere donna in Italia, non è facile. Nel 2019, vi è ancora il  gender gay gap nel mondo del lavoro. Il tasso di occupazione femminile è del 42% rispetto alla media europea che si attesta al 62,7% (dati istat 2018), e quando una lavoratrice confronta il suo stipendio con un pari grado maschio, non c'è di che stare allegre. Secondo l' Eurostat infatti,  il divario tra un salario maschile e uno femminile, in Italia è del 44% ovviamente a discapito della donna.

credits: sunnyrabbit via www.canva.com


Viviamo in un paese in cui spesso le lavoratrici sono costrette a scegliere di lasciare la loro occupazione, quando diventano mamme. Non importa se in Italia, vi è il numero maggiore al mondo di iscrizioni all'università da parte delle donne  e sul totale dei laureati con 110 e lode, il 60% è femmina  (dati annuali sul global gender gap). Stiamo lasciando inoccupate donne con grandi competenze o le stiamo avviando all'emigrazione, e questo lo pagheremo in futuro, ne sono certa. O forsi i risultati di tutto ciò li stiamo già vedendo.

Oltre alle statistiche, vi è anche tutto un "sottobosco" da considerare, che trovo intollerabile. Dal volantino per l'8 marzo della lega giovani di Crotone, che stabilisce l'offesa sulla donna da parte di chi "sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata autodeterminazione della donna, suscitando un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell’uomo". Insomma..stai buona a casetta e non rompere.
Per non parlare della mancanza di solidarietà femminile che spesso le donne non ricevono, non solo dagli uomini ma anche da altre componenti del gentil sesso. Finchè, ad una violanza, qualcuno commenterà con un -"Se l'è cercata"- trovo che non ci sia nulla da festeggiare, oggi.
C'è poi la questione della pink tax , che spiegato in breve è il fatto che un  bene pensato per il pubblico femminile, costa di più.

Si può migliorare questa grigia situazione? Certo, o almeno si può tentare. Per quanto riguarda il gender gay gap, secondo l'economista americana Iris Bohnet un accorgimento sarebbe quello dell'anonimato al momento della raccolta dei curriculum, poichè si potrebbero valutare prima le competenze, che il sesso della candidata/o. Oltre a questo personalmente proporrei sgravi fiscali per le aziende al momento della maternità di una dipendente, poichè  in Italia, i costi per le imprese sono ancora secondo me, alti.
Per quanto riguarda i volantini insulsi invece, il mio consiglio è quello di dire a gran voce che sono idee intollerabili, e che sono gli autori stessi i denigratori della donna. E ripetere il medesimo atteggiamento con coloro che si permettono di giudicare le violenze sulla donna.

Per quanto riguarda la pink tax, visto che sull'iva purtroppo poco si può fare, il mio unico consiglio è quello di confrontare i prezzi, e non scegliere un oggetto  solo per il design, qual'ora sia possibile.

Buon 8 marzo, la strada da fare è ancora tanta.

mercoledì 6 marzo 2019

90210, perchè ci rattrista la morte di Luke Perry?


Lunedì mi sono svegliata con la notizia di due dipartite: il leader dei Prodigy Keith Flint, si é infatti tolto la vita, mentre l'attore Luke Perry, é morto a cusa di un ictus.
Nonostante io non abbia provato lo stesso tipo di dolore che si sente, quando ci lascia qualcuno che effettivamente conosciamo, il fatto  che questi due V.I.P abbiano abbandonato il nostro mondo, mi ha  molto colpita.

Per quanto riguarda Keith Flint, devo ammettere di non essere mai stata una sua fan: conosco infatti solo i singoli di maggior successo dei Prodigy, ma ricordo bene quando la band divenne famosa. Erano gli anni della mia adolescenza, e le immagini della gente che poga con una loro canzone, sono ben impresse nella mia mente. La band inglese, in effetti era riuscita a farsi conoscere anche da chi ad un rave non c'è mai stato, proprio come me.

Credits: www.canva.com per il logo: www.etsy.com



Invece ricordo con una punta di nostalgia, le serate passate a guardare il telefilm "Beverly Hills 90210", quando frequentavo le scuole madie. Erano i primi anni '90, ed i miei genitori all'inizio, mi proibirono di vederlo: consideravano il teen-drama come troppo "maturo" per una ragazzina, ma alla fine cedettero, e mia mamma cominciò a seguirlo con me, apprezzandolo anche.


Forse molti adolescenti dell'epoca, sono affezionati a quel telefilm, poichè è stata la prima serie a raccontare il loro mondo in maniera non edulcorata: oltre alle rivalità in amore che sarebbero sorte tra i rotagonisti nel corso delle stagioni, venivano affrontati temi poco leggeri. La droga, l'alcolismo, i problemi di salute mentale e quelli scolastici, le difficoltà familiari, i disturbi alimentari e la sessualità: in "Beverly Hills"se ne parlava e fu un grande successo.
In un mondo che non conosceva ancora la diffusione capillare di internet, in cui il telefono cellulare non era posseduto dalla massa, in cui si usava il videoregistratore, se non si poteva vedere una puntata, quei ragazzi amricani di Beverly Hills, sembravano nostri amici. C'era chi si identificava in Brenda, e chi si innamorava virtualmente di suo fratello Brandon. O chi preferiva Kelly, bella e problematica, o sognava Dylan, interpretato proprio da Luke Perry.

il cast originale della serie credits: www.leggo.it


Forse è per questo che la prima morte di un attore del cast di "Beverly Hills 90210"  fa diventare tristi. Perchè  ricorda a tutti noi, all'epoca così giovani,  quegli anni spensierati, e ci fa comunque pensare che proprio come accadeva nella serie, non tutto va sempre come speravamo. Avremmo preferito vedere un  Dylan invecchiato, ma ancora tra noi, impegnato in altri progetti? Sì. Avremmo preferito, non sapere di una Brenda ammalata (Shannen Doherty, l'attrice che la interpretava ha lottato con un cancro piuttosto aggressivo), ma ricordarla come la diva capricciosa ma ribelle di un tempo? Sì.
Perchè fanno parte dei nostri ricordi magari più simpatici, come quando si ripensa al mondiale del 2006, e a quello che ci succedeva in quegli anni: stavamo crescendo e costruendo magari le felicità odierne.

Vi segnalo l'  articolo  di Silvia Rossi, fondatrice di I Trentenni che ha spiegato in maniera eccelsa il sentimento di molti di noi, in questi giorni.